venerdì 19 febbraio 2016

Perchè la neve predilige il N.O al N.E? Ecco perchè by A.Grosso

Nord Est o Nord ovest? In Pianura Padana la neve ha delle preferenze!

Sarà capitato molte volte di vedere su giornali o telegiornali città come Milano o Torino imbiancante mentre città come Padova o Vicenza prive di neve. Come mai? Ecco la spiegazione


Resistente cuscinetto di aria fredda ad ovest mentre sopraggiunge il richiamo di correnti calde sulla pianura Emiliano-Veneta.
Capita molte volte di sentir dire che a Torino e Milano nevica mentre in città come Padova o Vicenza o quelle vicino alla costa romagnola la neve si è tramutata dopo poche ore in pioggia. 

Come mai?Cosa succede e perché non può accadere il contrario? 

In questo articolo cercheremo di rispondere in maniera esaustiva a questa domanda esaminando a fondo la natura fisica di tale fenomeno unico nel suo genere in Europa.

La pianura padana come molti di voi sapranno si trova delimitata a settentrione dalle Alpi e a sud dagli Appennini. L’unico suo sbocco lo si trova ad est dove si estende fino al mare Adriatico. Tale conformazione, se da un lato le permette di essere protetta a nord dalle fredde correnti in arrivo dall’artico, le cui isoterme più gelide vengono spesso bloccate oltralpe, dall’altro il fatto di essere racchiusa tra 2 catene montuose non le permette di avere un continuo ricircolo di masse d’aria. 

Capita sovente che durante i periodi di alta pressione durante il trimestre autunnale ed invernale l’aria ristagni per più giorni al di sopra della Pianura Padana provocando danni alla salute ormai noti, legati all’inquinamento atmosferico che qui più che in ogni altra parte d’Europa raggiunge i suoi massimi livelli. 

Ma eccoci al nocciolo della questione. Infatti possiamo affermare con certezza che più una massa d’aria è fredda e più è densa e quindi a causa del suo peso maggiore tenderà a rimanere confinata nei bassi strati vicino al suolo. 

Ed è proprio per questo motivo che dopo il passaggio di correnti fredde in pianura padana la massa d’aria tende a rimanere in loco sia per il suo peso sia perchè circondata da catene montuose. Giunti a questo punto può capitare che entro pochi giorni una perturbazione atlantica formatasi nel vicino Oceano Atlantico punti dritta verso il Nord Italia. 

Come è ben noto ogni fronte viene preceduto da un richiamo di masse d’aria più miti che nel caso della penisola Italiana si manifestano attraverso venti di Libeccio, Ostro e Scirocco. Venti che si intensificano con l’avvicinarsi della perturbazione ma che trovano come ostacolo la catena Appenninica. 

Ecco quindi che l’unico punto da cui i venti sciroccali più caldi possono penetrare all’interno della pianura padana è dalla porta del mare adriatico. A questo punto mentre la perturbazione comincia a portare le sue prime precipitazioni il cuscinetto di aria fredda presente in pianura inizia ad essere eroso e sostituito da aria più calda partendo dalle coste venete e romagnole fin verso l’est della Lombardia. 

Più ci addentriamo all’interno del catino padano racchiuso sempre più tra le catene montuose e più le masse d’aria calda fanno fatica a scalzare dal suolo lo strato di aria fredda presente. 
Quindi mentre sull’est della pianura padana la neve si è già tramutata in pioggia a causa dell’arrivo delle correnti meridionali, a ovest il resistente cuscinetto di aria fredda permette il proseguimento delle abbondanti nevicate dette di “addolcimento”. 

Ecco dunque spiegato il perché mentre sulle regioni orientali molte volte la neve si tramuta in pioggia mentre sulle regioni occidentali la neve continua a cadere copiosa.

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