sabato 21 novembre 2015

iIl tempo del weekend

Sabato TURBOLENTO sull'Italia: maltempo soprattutto tra Lombardia, nord-est e regioni tirreniche

Aria sempre più fredda si approssima alle Alpi e le valicherà in giornata portando maltempo su Lombardia, Emilia-Romagna e Triveneto, rovesci anche sul Tirreno con vento forte, poi Bora su alto Adriatico. Domenica miglioramento al nord, un po' instabile al centro-sud. Lunedì generale instabilità e al nord qualche fiocco di neve non escluso, martedì ancora instabile al centro-sud.





SITUAZIONE: una perturbazione si approssima alle Alpi e le valicherà in giornata; essa sarà seguita da aria più fredda di origine artica marittima e l'approfondimento di un minimo di pressione al suolo tra Liguria, alta Toscana ed Emilia-Romagna sino a 984hPa, esalterà il maltempo e attiverà forti venti su tutto il Paese, determinando mareggiate sulle coste del Tirreno, Bora sull'Alto Adriatico, Maestrale violento su Sardegna e Corsica.

PRECIPITAZIONI: si presenteranno su Lombardia, Triveneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Sardegna, poi sfonderanno anche sulle Marche.

NEVICATE: su ovest Alpi solo sui crinali di confine oltre i 700m, su centro-est Alpi in calo sino a 600-700m nel corso della giornata, poi si localizzeranno sull'Emilia-Romagna portandosi a quote collinari nella notte su domenica.

EVOLUZIONE: domenica migliora al nord, instabile al centro-sud con schiarite ma anche annuvolamenti associati a brevi rovesci o temporali, con neve a 700-800m sui rilievi abruzzesi e marchigiani.

PROSSIMA SETTIMANA: c'è subito l'incognita di una depressione al suolo sul Mar Ligure che potrebbe portare qualche fiocco di neve lunedì tra Appennino ligure e basse pianure del nord, oltre che sull'Emilia-Romagna.
    La depressione coinvolgerà anche il centro-sud con la sua instabilità e persisterà su queste zone sino a martedì, mentre il nord sperimenterà subito un miglioramento. La saccatura di mercoledì non dovrebbe riuscire a sfondare nel Mediterraneo a causa dell'accelerazione della corrente a getto in Atlantico. Da notare però il disturbo alla circolazione zonale arrecato dal rafforzamento dell'anticiclone russo, dunque la previsione non è ancora così scontata. Seguite gli aggiornamenti!

OGGI: molte nubi su tutto il Paese, a tratti pioggia o rovesci al nord e sul Tirreno, con fenomeni più insistenti e persistenti su Venezie, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Sardegna; in giornata anche su Campania e Lombardia, ingresso della Bora sull'Alto Adriatico con temporali su Lombardia, Triveneto, poi Emilia-Romagna, migliora per foehn su Piemonte occidentale e settentrionale ma anche sulla Valle d'Aosta. Vento fortissimo a ridosso della Sardegna, moderato o forte sul resto del centro-sud.

DOMANI: migliora al nord ma in un contesto più freddo, instabile al centro-sud con schiarite ed annuvolamenti e qualche spunto temporalesco o rovesci di pioggia, ancora un po' ventoso, spruzzate di neve sull'Appennino marchigiano ed abruzzese oltre i 700-800m.


Autore : Alessio Grosso

venerdì 20 novembre 2015

Articolo integrale dal sito METEO.IT sul futuro inverno : no comment

Meteo: previsioni di un INVERNO da incubo con El Niño Record + Corrente del Golfo azzerata = NEVE, GELO, Burian stile '96
Se un battito d'ali scatena un uragano, pensate ad un fenomeno esteso come El Niño quanti sconvolgimenti meteo potrebbe provocare: NEVE e GELO apocalittico sull'Italia?
Con El Nino record e Corrente del Golfo azzerata l'Inverno sarà record con neve e geloCon El Nino record e Corrente del Golfo azzerata l'Inverno sarà record con neve e gelo “Si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo” Che frase affascinante! Immaginare un piccolissimo insetto volante, quale è la farfalla, sbattere dolcemente le sue deboli ali e generare un poderoso uragano è una scena davvero suggestiva. E la teoria di cui vi sto per parlare, quella dell'"effetto farfalla", non è da meno. Dopo aver letto questa frase, chi è scettico, penserà che la "potenza della farfalla" non può dare origine a un cataclisma; altri invece, no: un’azione che può sembrare insignificante, come il battito delle ali, può causare qualcosa che non ci aspettiamo, innescando processi a catena che non avremmo mai e poi mai pensato. Lo scienziato Edward Lorenz, attraverso numerosi studi e prove, dimostrò che delle piccole condizioni iniziali producono grandi variazioni nel comportamento a lungo termine nel sistema. Cosa vuol dire? Che ogni azione nel mondo comporta un effetto irrilevabile oppure distruttivo; perciò il battito delle ali di una farfalla può provocare, dopo un lasso di tempo imprecisato, anche una tempesta, un uragano o addirittura un cambiamento climatico non solo in una precisa zona, ma anche in tutto il pianeta. Edward definì tutto questo "effetto farfalla” (the Butterfly Effects, in inglese), durante una conferenza del 1972, partendo da una semplice domanda: “Può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?”. Si pensa che il nome “effetto farfalla” derivi da un racconto fantascientifico di Ray Bradbury, Rumore di tuono, nel quale gli uomini erano in grado di viaggiare nel tempo attraverso delle particolari macchine per safari. Proprio in quest’epoca, schiacciando inavvertitamente una farfalla, un tizio causerà disastri che interesseranno non solo il suo presente ma anche quello di tutto il genere umano. Un racconto imperdibile! Voi credete a questa teoria straordinaria e affascinante, oppure no?

Per dimostrarvi che ciò che accade a migliaia di Km di distanza e addirittura nell'altra parte del Globo, nell'Emisfero australe, può influire fortemente sul clima di tutto il Pianeta, Europa ed Italia compresa, Mediterraneo in prima linea, prendiamo non a caso ad esempio il fenomeno de El NI
ño, il riscaldamento delle acque oceaniche del Pacifico che raggiunge il culmine proprio in concomitanza con il Natale, la nascita del bambin Gesù, da cui il nome El Nino, il bambino, il bimbo.
PREMESSA. Tutti si ricorderanno la nevicata di Roma nel Febbraio 2012 con le conseguenze e i disagi che la Cronaca di quei giorni ci ha mostrato. Quel periodo nevoso fu conseguenza del fenomeno ricorrente del Niño, che descriveremo fra poco, e che quest'anno sarà molto più intenso del 2012, addirittura il più forte del secolo, in combinazione con una Corrente del Golfo quasi azzerata.
LE TESI: La teoria del Niño che prevederebbe un inverno gelido con NEVE eccezionale e con almeno 2 o 3 sferzate di Burian in Europa, stile Dicembre 1996 e 13 Dicembre 2001, oppure anche snow-style come il 2012 (ricordiamo la nevicata di Roma del 3 Febbraio 2012).
LA TESI FREDDA di NEVE e BURIAN due-tre VOLTE a Dicembre e poi a Febbraio. Negli ultimi giorni la tesi che sostiene la teoria del Niño è sempre più forte e sempre più valida, poiché rinforzata, da alcuni parametri meteorologici, atmosferici ed oceanici sempre più evidenti. Sono addirittura ben 3 gli elementi che sostengono la tesi dell'Inverno gelido: 1) Niño eccezionale: il Niño in atto è il più forte mai verificatosi negli ultimi 80 anni. 2) Corrente del Golfo quasi azzerata: la Corrente del Golfo si è affievolita e quindi le sue tiepide acque non potranno quest'anno mitigare l'inverno nell'Inghilterra e in Normandia. 3) Oceano Atlantico più freddo intorno a 45 gradi di latitudine: in mare aperto è presente da mesi una vasta area di 4000 km quadrati in cui le acque sono più fredde della norma di 3 gradi.

Cosa è "El Niño" e come agisce. I climatologi statunitensi stanno evidenziando proprio in questi giorni che il fenomeno sempre più intenzionato a tornare in scena da grande protagonista. Sembra possa accadere qualcosa di più forte o comunque simile a ciò che avvenne già nel 1997. El Niño si sta rinforzando in queste ore al largo nelle coste orientali dell'Ecuador e del Perù. In sintesi succede questo: aumentano le temperature dell'acqua sulla superficie dell'oceano, gli alisei smettono di agire diventando sempre più deboli e, come non bastasse, i modelli matematici che analizzano El Niño da nove mesi a questa parte ribadiscono che il riscaldamento delle acque del Pacifico continuerà, dando così agli alisei una ragione in più per annientarsi. Con gli alisei "semi-spenti" non avviene il mescolamento necessario delle acque oceaniche, permettendo a quelle fredde dei fondali di arrivare in superficie e garantire così il naturale equilibrio termico fra mare e terra. Gli alisei, vale la pena ricordare, sono venti di direzione regolare e costanti d'intensità, capaci di condizionare la meteorologia su enormi porzioni del Pianeta. Soffiano da nord-est a sud-ovest, nell'emisfero boreale e da sud-est verso nord-ovest in quello australe. Sono decisivi nella navigazione, soprattutto a vela e lo dimostra il fatto che i giri del mondo senza motore (ma non solo) avvengono facendo rotta verso Occidente. Cristoforo Colombo insegna.

CONCLUSIONI - All'interno di un periodo invernale mediamente normale o leggermente più mite della norma, saranno estremamente probabili, non solo a Dicembre, ma anche nella seconda metà di Febbraio un paio di episodi nevosi e gelidi dapprima al Nord e poi anche al Centro fino a Roma, con colate artiche verso il Mediterraneo, dapprima dal Mar della Groenlandia sin da fine Novembre e a Dicembre, e successivamente a Febbraio dagli Urali e dalla Siberia sottoforma di BURIAN, il freddissimo vento siberiano della steppa che, passando attraverso la regione carpatico-danubiana e sfociando sul bacino dell'Adriatico, porta poi a nevicate in Italia.

domenica 15 novembre 2015

Finalmente si cambia !!!

Ecco il CAMBIAMENTO dopo il giorno 20: modelli CONCORDI!

L'alta pressione abbraccerà l'Italia fino al giorno 20. Successivamente si conferma una discesa fredda che colpirà prima l'Europa centrale, poi anche l'Italia. Ecco il responso del modello europeo e americano...

by Paolo Bonino
Signori, si cambia!
La scadenza previsionale è ancora considerevole, ma la tenacia dei modelli nel confermare un cambiamento dopo il giorno 20 ci rende fiduciosi circa un cambio di marcia della stagione.
I clima gradevole è indubbiamente ben accetto, come la mitezza ed il sole, ma se si pensa alle montagne totalmente brulle e alla pessima qualità dell'aria che aleggia nelle nostre città, ci si rende conto che la situazione in essere non sia particolarmente salutare e necessiti di una "svolta",
Si cambia! Non subito, ma dopo il giorno 20. I due modelli più importanti della rete questa mattina danno ampia conferma di ciò.
La prima cartina ci mostra la previsione imbastita questa mattina dal modello americano per domenica 22 novembre. Sotto osservazione lo spostamento del cuore anticiclonico sul vicino Atlantico; sul fianco destro della figura stabilizzante scenderà di gran carriera l'aria fredda (freccia bianca) che irromperà prima sull'Europa centrale, poi anche in Italia.
L'impatto delle correnti fredde sul Mediterraneo ancora caldo darà sicuramente origine a situazioni depressionarie al momento difficilmente individuabili, che saranno fautrici di piogge e nevicate in montagna (e non solo).  
La previsione imbastita (per il medesimo giorno) dal modello europeo risulta quasi speculare alla tendenza contemplata dal "collega" americano.
Spostamento dell'alta pressione in Atlantico e successiva apertura del "rubinetto freddo" che farà scendere aria di diretta estrazione artica verso l'Europa centro-meridionale e l'Italia.
Due parole anche sul modello canadese, che contempla una situazione praticamente analoga che prenderebbe il via con la medesima scadenza previsionale.

giovedì 12 novembre 2015

Netto cambiamento a partire dal 20 di questo mese


 Un saluto a tutti

L'anticiclone mediterraneo subirà un lento, ma inesorabile declino nei prossimi giorni, sotto il tiro di correnti atlantiche progressivamente più agguerrite.
Bene inteso: a breve e medio termine non sono attesi cambiamenti importanti, ma l'azione di "limaggio" delle suddette correnti tenderà a schiacciare la cellula di alta verso sud.
Questi presupposti assicureranno una maggiore ventilazione occidentale in grado di rimuovere almeno in parte le nebbie e le sostanze inquinanti presenti a livello del suolo. Dal punto di vista atmosferico subentrerà una certa variabilità, pur non associata a precipitazioni degne di nota.
Un guasto più consistente si scorge a prua, indicativamente durante il quarto fine settimana del mese, con una probabile prosecuzione nei giorni seguenti.
La prima cartina inquadra la situazione attesa in Italia e in Europa per la giornata di sabato 21 novembre. Da notare la vasta depressione centrata sui Golfi di Botnia e Finlandia, che allungherà i suoi tentacoli in direzione dell'Europa centrale e del nord Italia. Un primo sistema frontale, poco attivo, darà probabilmente origine a correnti favoniche in Val Padana, ma gli occhi degli appassionati sono puntati sul "dopo".
Domenica 22 novembre, ecco la discesa di una saccatura "nella tana del leone" dell'alta pressione, ovvero tra l'Europa occidentale e il Vicino Atlantico (seconda cartina a lato).
Il successivo suo spostamento verso levante (freccia gialla) potrebbe dare uno scossone perturbato alla nostra Penisola, con un cambiamento atlantico di buona fattura.
In altre parole, la natura tenterà di elidere l'anomalia barica presente in questo settore. Diciamo subito che l'impresa non sarà facile; tuttavia, i tentativi per un recupero della stagione questa mattina si scorgono...e in questi tempi è già molto.

martedì 10 novembre 2015

Anticiclone potentissimo sull'Europa

Un saluto a tutti

Ben poco ho da comunicarvi : tempo che rimmarrà stabile e con temperature diurne molto al di sopra della noprma ( là dove non ci saranno le nebbie) per molti giorni anora ( almeno un'altra settimana)
Possibili cause :
1- L'ITCZ ( facia di convergenza tropicale) troppo elevata .Conseguenza : anticiclone africano che viene spinto a Nord e che quindi invade europa centro meridionale
2- JS ( corrente a getto ) che ruota come una trottola impazzita distendendo l'anticiclone sull'europa

Possibile cambiamento ma non ancora certo : terza decade di Novembre.

Per il m omento è tutto


Alla prossima

mercoledì 4 novembre 2015

Il prossimo inverno secondo il col. Giuliacci

Inverno 2015-16: arbitro il Nord Atlantico insieme al Niño

Ritratto di Mario Giuliacci
in redazione Col. Mario Giuliacci

Fonte Immagine: 
Col. Mario Giuliacci
Le acque del Medio Atlantico sono più fredde della norma. Perché? Impatto sul prossimo inverno
Sul Nord Atlantico è comparsa da questa estate una pozza di acqua più fredda di 1-3 gradi rispetto alla media climatica del luogo. L'area interessata è enorme, più di 2000x2000 km2 (vedi prima figura).
La piscina fredda tocca il lembo Sud dell' Groenlandia per cui è naturale pensare che tali acque fredde non siano lì chissà per quale ragione, ma, ormai è comune convinzione del mondo scientifico che paradossalmente sono una conseguenza del Global Warming. Infatti l'aumento della temperature del pianeta, più elevato che mai alle alte latitudini, sta producendo una fusione dei ghiacci perenni della Groenlandia L'acqua di fusione, ovviamente molto gelida, ha formato appunto in Atlantico quel vastissimo bacino freddo a Sudest della Groenlandia.
Ma una superficie marina fredda così estesa non può non avere serie ripercussioni sul clima dell'Europa sia sul lungo periodo ma anche nell'immediato.
Gli effetti immediati dovrebbero essere già avvertibili nel prossimo inverno perché le masse d'aria che in inverno più frequentemente raggiungono l'Europa ( e anche il Mediterraneo) provengono dal settore nordoccidentale dell'Atlantico sotto forma di "aria polare marittima" la quale però, lungo il suo tragitto, invece di riscaldarsi parzialmente nello scorrere su una superficie oceanica solitamente più calda del'aria polare di partenza, ora verrebbe invece a scorrere sopra un mare freddo, con il rischio di non riscaldarsi affatto prima di raggiungere l'Europa o addirittura di raffreddarsi ancor più.
Insomma è molto probabile che nel prossimo inverno le correnti polari che a più riprese dovrebbero raggiungere l'Europa, siano particolarmente rigide su Inghilterra e Ovest delle Francia e abbastanza rigide se e quando raggiungeranno il Mediterraneo occidentale e/o i Balcani
Per di più negli anni a venire, ma già in parte anche quest'anno, la calda corrente del Golfo nel suo tragitto dai Caraibi verso le Britannia, incontrando tale tasca fredda verrebbe rallentata e indebolita e di questo sembra già che ci siano i primi sintomi. Ma in tal modo trasporterebbe meno calore del solito verso il Nord Europa ( il 20% circa del calore di cui beneficia il clima delle Isole Britanniche e della Scandinavia proviene dalla corrente morente del Golfo e l'80% dal sole).
Ma una corrente de l Golfo indebolita, oltre rendere più rigido il clima del Nord Europea, rende più agevole l'arrivo in inverno di masse aria fredde fino all'Italia.
Tralasciamo qui di parlare degli effetti del Niño sul clima invernale europeo, in genere sotto forma di più frequenti "splitting" del gelido vortice dalla sua sede e conseguenti irruzioni di aria polare verso più basse latitudini
"
Fonte Articolo: 
Col. Mario Giuliacci

lunedì 2 novembre 2015

Scherzi dell'alta pressione: paradossi termici tra la quota e il suolo di : Paolo Bonino


L'alta pressione nel semestre freddo non è associata solo a condizioni di bel tempo...


Scherzi dell'alta pressione. In presenza di un anticiclone autunnale o invernale, non è infrequente partire da una località della Pianura Padana con una temperatura prossima allo zero ed un cielo grigio e raggiungere una località di montagna dove invece splende il sole e la temperatura è gradevole. L'osservatore profano rimane in un primo tempo sbigottito, avendo lui sempre identificato il clima di montagna più freddo di quello della  sottostante pianura.
Nella maggior parte dei casi le cose stanno così, ma spesso la regola presenta eccezioni.
Quando in inverno o nel tardo autunno siamo in presenza di una zona di alta pressione con scarsa circolazione eolica, i moti dominanti sono diretti dall'alto al basso. Questo fatto, oltre a scoraggiare la formazione delle nubi, determina un accumulo di umidità, freddo e purtroppo anche di sostanze inquinanti in prossimità del suolo.
L'alta pressione agisce come un coperchio e riduce notevolmente gli scambi di masse d'aria tra il suolo e la quota. Se questa situazione perdura per più giorni, si crea il fenomeno dell'inversione termica: si costruisce un cuscino freddo e umido in prossimità del suolo che si mantiene tale a causa della compressione esercitata dall'alta pressione medesima.
Esso, oltre a mantenere temperature basse, contribuisce alla formazione della nebbia. L'inversione termica è molto frequente su tutte le pianure nel periodo invernale o autunnale in condizioni di calma eolica.
Sulla Pianura Padana è presente per quasi tutto il semestre freddo e non solo in condizioni di alta pressione. L'aria fredda può ristagnare al suolo anche quando si hanno afflussi di aria più calda, che essendo più leggera, vi scorre sopra.
Questa situazione può preludere a nevicate anche abbondanti, che si mantengono tali fino a quando il cuscino freddo riesce a mantenere temperature prossime allo zero in prossimità del suolo.

Autore : Paolo Bonino