Didattica meteo : analisi di una nevicata
Se ci soffermiamo ad analizzare più “tecnicamente” una
nevicata, noteremo che i fiocchi discendenti dal cielo non sono mai tutti
uguali: a volte domina una neve sottile con fiocchi piccoli, altre volte scende
a larghe falde in maniera molto spettacolare. Altre volte può scendere molto
dura e ghiacciata, determinando il classico “ticchettio” sulle nostre giacche a
vento.
Da che cosa dipende la grandezza e la forma dei fiocchi? Per
rispondere a questa domanda è necessario conoscere molti parametri, che esulano
dalla semplice temperatura presente al suolo nel momento della nevicata.
E’ noto a tutti che la temperatura migliore per
avere una nevicata copiosa deve essere attorno allo zero. Tuttavia per
avere la certezza che la nevicata sia davvero abbondante è necessario conoscere
altri parametri, tra cui lo spessore delle nubi, l’umidità presente
nell’aria e soprattutto la temperatura in quota.
Può capitare, a volte, che la temperatura al suolo sia
attorno allo zero, ma in quota vi sia uno scorrimento di aria più calda e umida
che determina un’inversione termica. In poche parole può fare più
freddo al suolo e più caldo in quota. La precipitazione parte dalle nubi
come neve, ma incontra lo strato di aria sottostante con temperature
al di sopra dello zero e fonde in pioggia.
La pioggia, in seguito, attraversa lo strato in prossimità
del suolo con una temperatura nuovamente vicina allo zero; in questo caso non
si ha il ricongelamento e la precipitazione tocca terra come pioggia,
anche se la temperatura risulta “da neve”. In questo caso può piovere
al suolo anche con 0° o con temperature di poco al di sotto.
Se invece lo strato di aria calda presente in quota si
mostra molto sottile e non riesce a sciogliere i fiocchi per
intero, questi tendono prima a bagnarsi e poi a ricongelarsi in prossimità del
suolo, una volta che raggiungono lo strato freddo sottostante. Ne deriva una
precipitazione di neve molto dura e rumorosa, quella che determina il
“ticchettio” sulle nostre giacche.Ogni volta che sentiamo i fiocchi di neve
che “rumoreggiano”, questo significa che hanno subito un processo di fusione e
ricongelamento. Se ciò avviene dopo una nevicata abbondante, significa che la
temperatura in quota sta aumentando e che la neve potrebbe lasciare il posto
alla pioggia.
Se il medesimo processo avviene dopo una giornata
di pioggia, significa che lo strato caldo in quota si sta assottigliando e la
neve potrebbe fare la sua comparsa molto presto.
In condizioni di temperatura molto bassa sia al suolo che
in quota, la neve non fa mai rumore, ma si presenta con fiocchi molto
leggeri e svolazzanti, che appena toccano terra attecchiscono subito. La
neve farinosa è sinonimo di basse temperature anche in quota oltre che al
suolo. Se lo spessore delle nubi risulta modesto, i cristalli di
ghiaccio che si formano per “sublimazione”, ovvero per il passaggio dallo stato
aeriforme a solido ( saltando il liquido),saranno in quantità piuttosto
bassa. Di conseguenza le collisioni tra i cristalli saranno
piuttosto scarse e i fiocchi di neve risulteranno di piccole dimensioni. La
nevicata, di conseguenza, si presenterà di debole intensità e con fiocchi
piccoli.
Se invece lo spessore delle nubi risulta notevole e con
un tasso di umidità maggiore, le collisioni tra i cristalli di ghiaccio saranno
favorite. Questo consentirà ai fiocchi di ingrandirsi e al suolo la nevicata
risulterà a larghe falde.
L'alternanza di fiocchi piccoli e grandi che si ha in una
nevicata è da mettere in stretta relazione con la presenza di strati nuvolosi
più o meno densi che scorrono in quota. Un repentino aumento della
temperatura a livello del suolo può determinare una parziale fusione dei
fiocchi di neve in discesa. Tali fiocchi, bagnati, tenderanno a collidere
meglio tra di loro a causa dell’aumentata forza di coesione imposta dalla
maggiore presenza di acqua al loro interno. Ne deriverà una
precipitazione di fiocchi larghi e bagnati, ma con scarso attecchimento al
suolo.
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